Vita del GAD

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In questa pagina sono pubblicati alcuni articoli di giornale, particolarmente significativi, che parlano della vita del G.A.D.RENATO SIMONI.

Purtroppo vi trovano posto anche alcuni “saluti” ad alcuni Componenti del Gruppo che se ne sono andati. Anche questo fa parte della vita ed è un modo per ricordarli per tutto quello che hanno dato alla Compagnia.
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Non si erano dati appuntamento, ma la sera del 30 luglio 2016 si sono ritrovati parecchi “vecchi” della Simoni ad assistere a TARTUFO. Alla fine non hanno saputo resistere a salire in palcoscenico: L’ultima foto ritrae assieme vecchi e nuovi in un abbraccio che accomuna idealmente anche tutti gli altri….

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sim_16_02_14La foto in bianco e nero è tratta dal secondo atto di “Voria cantar Verona”, quando gli abitanti di una piazzetta cittadina mettevano in scena “Giulieta e Romeo” di Barbarani. La seconda da destra è Ida Marinelli, la nostra Giulietta, prima che partisse per il Teatro dell’Elfo. Siamo al Teatro Romano nel settembre del 1972.

La foto di Luciana la ritrae nell’interpretazione di Helen Alvig in “Spettri” di Ibsen nel luglio del 1997.

Durante l’intervista abbiamo parlato di tante altre cose e persone, soprattutto di quelle che sono approdate al professionismo, dopo aver mosso i primi passi con noi: da Ida, appunto, a Stefano Paiusco (attore e “mago”), ad Elena Bertuzzi (valentissima soprano), ad Irene Turri (allora giovanissima fatina, oggi pregiata attrice a New York), a Sisina Augusta (ora come allora danzatrice e coreografa).

Abbiamo anche parlato di come alcuni di loro ed altri ancora (Stefano, Elena, Giliola Corso) ci stiano aiutando, condividendo con noi il loro sapere, la loro passione e la loro Arte, perché noi sentiamo che non abbiamo mai finito di imparare e vogliamo crescere con chi ne sa più di noi.

Abbiamo anche detto che quest’invadente regista tutto fare non impone agli attori un’interpretazione standardizzata, ma si sforza di valorizzare la personalità e la sensibilità di ciascuno…

Tutte queste cose non ci sono nell’articolo, altrimenti avrebbero dovuto dedicarci una pagina intera. Ma noi siamo contenti lo stesso, perché l’articolo ci presenta bene, con quel tanto di follia e di aleatorietà che in un buon teatro non mancano e non guastano mai.