Un cappello di paglia di Firenze

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UN CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE

Due tempi di Eugène Labiche e Marc-Michel

Libero adattamento e regia di Maurizio Ravazzin

Musiche di Sergio Ravazzin su testi di Maurizio Ravazzin

 

Ecco una commedia, che avrebbe tutto il diritto di terminare dopo cinque minuti, se la sventatezza dei suoi protagonisti non li conducesse a compiere delle scelte per lo meno stravaganti, a dispetto di qualsiasi logica comune.

La spasmodica ricerca di un cappello di paglia di Firenze si snoda per tutta Parigi coinvolgendo, in una girandola di equivoci e di trovate, un numero sempre maggiore di personaggi. Trovarne fra loro uno solo con la testa a posto è impresa tanto ardua, quanto inutile, perché lo scopo del vaudeville (genere cui appartiene questo lavoro) non è certo quello di far riflettere gli spettatori né di elevarne il comune sentire. Anzi bisogna che il pubblico sia disponibile a lasciarsi catturare dai meccanismi dell’intreccio e che non si ponga troppe domande né sulla realtà di quanto accade, né sui principi che guidano i diversi comportamenti. Non c’è una guida morale; non esiste una retta via da seguire; l’unico scopo che sembra informare tutti è quello di salvare i propri interessi e la propria vita, spesso compromessi da un modo di affrontare le varie situazioni al limite della demenzialità.

E quando non si sa più come cavarsela, resta il ricorso al canto, per completare l’azione con una musica preferibilmente orecchiabile e di facile presa. E qui non ci si chieda conto delle contaminazioni che spesso e volentieri abbiamo disseminato nel nostro percorso. Impossibile ed inutile era ricorrere alle musiche previste dagli Autori (in voga ai loro tempi ed oggi sconosciute); pertanto abbiamo saccheggiato il repertorio di mio padre, scegliendo in base alla funzionalità con l’azione scenica ed abbiamo fatto ricorso a stralci di musiche largamente conosciute, ma non ci siamo preoccupati affatto del vincolo cronologico.

Un consiglio di ordine pubblico: non seguite gli esempi offerti sulla scena, per evitare che da una minuscola scintilla si propaghi un rogo che devasta un’intera città; lasciatevi però andare alla spensieratezza ed alla risata: su di voi veglia la nostra squadra anti-incendio.

Maurizio

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